martedì 30 dicembre 2014

Ultimi libri tattili del 2014

 AUGURO A TUTTI 
UN FELICE ANNO NUOVO!!


Alcuni degli ultimi libretti cuciti:









Per vedernealtri, ecco i link:

il primissimo libro tattile realizzato per il mio bimbo.

Altri libricini tattili o busy book.

Libro-coccola per amica speciale.

Libro tattile sulle esperienze sensoriali di un neonato.



domenica 28 dicembre 2014

Portare in inverno

Ho portato per la prima volta in inverno il mio secondo bimbo; avevo una pessima fascia ad anelli (pessima perchè imbottita e troppo strutturata), ma di fatto mi ha salvata spesso, soprattutto fuori casa. Alex è nato in dicembre, a Milano l'inverno è abbastanza freddo e umido, io avevo la piccola Maya di venti mesi e mi muovevo spesso per non restare a casa con due bimbi piccoli.
Avere quella fascia è stato essenziale, per noi.


Avevamo da poco cambiato casa, cambiato zona, ero ancora molto legata al mio vecchio quartiere (un quartiere da sogno, per essere dentro Milano: QT8, immerso nel verde, nel silenzio e con la Montagnetta di San Siro a pochi passi da casa), frequentavo un consultorio fantastico, avevo qualche amica-mamma, mentre dove ero andata ad abitare non conoscevo nessuno con bimbi piccoli, né il territorio e i suoi servizi. Per questo spesso caricavo i miei bambini in auto e me ne andavo a zonzo dalle mie vecchie parti. Qui, interveniva la nostra fascia, mentre caricavo e scaricavo i bimbi, la spesa, la borsona con dentro il kit da sopravvivenza della mamma con due bimbi piccini.

Ricordo alcuni giorni nebbiosi e molto freddi, ricordo che con poche mosse velocissime toglievo la copertina che copriva Alex mentre stava nell'ovetto in macchina, lo infilavo nella fascia e lo ricoprivo con un'altra copertina da battaglia (quante volte mi è scivolata per terra!). E poi sentivo quel teporino adorabile, il suo corpicino contro il mio, quel combaciare perfetto di pance, manine contro il seno, gambette sul mio fianco (ai tempi, portavo a culla, cosa che ora non si fa più, grazie agli aggiornamenti continui sulla sicurezza del portare che arrivano da chi si occupa dietro le quinte di queste cose). Una volta messo a posto lui, aiutavo Maya a scendere o salire e sistemavo il mio carico da mamma sherpa. Non ho foto, perché a quei tempi non avevo il cellulare con fotocamera (o forse nemmeno esisteva?) e non andavano ancora di moda i selfie.

Ma non importa, perché soltanto a scrivere, mi ricordo perfettamente quelle sensazioni, e credo che anche Alex, da qualche parte, le abbia dentro.

A quell'epoca il mio portare era dunque strettamente necessità; essendo inverno, lo facevo d'inverno. Non mi ero posta troppe domande sul fatto che potesse avere troppo freddo o troppo caldo, ricordo solo l'impellenza di avere le mani libere e il mio piccino al sicuro.


Aris è nato in settembre, abbiamo dunque affrontato anche con lui un inverno in fascia da neonato, e altri inverni sempre in fascia ma da più grande. Con lui ho usato tantissimo una fascia elastica, una tubolare (pouch) e poi una fascia ad anelli (ring); Aris è nato molto piccino, sia di peso che di lunghezza, è rimasto a lungo in una posizione uterina, molto raccolto, aumentava di peso lentamente e la fascia elastica ci ha accompagnati per molto tempo. Lo vestivo più leggero di quanto vestissi Alex, perchè la fascia elastica ci teneva ancora più stretti di quanto facesse la ring imbottita di Alex, i nostri corpi si scambiavano molto più calore e, usando solo il triplo sostegno, aveva sempre tre strati di tessuto addosso. Inoltre, facevamo ogni giorno tantissimi sali-scendi dalla macchina, dentro e fuori dalla scuola degli altri due, dalle palestre, dai negozi, per cui preferivo vestirlo "leggero" - il che significava: body, tutina in ciniglia e un golfino di cotone o lana - e coprirlo poi con dei rettangoli di pile che gli appoggiavo sulla schiena, fuori dalla fascia, e che fissavo nei risvolti della legatura. In questo modo, regolavo meglio la copertura e più velocemente, perché in un attimo potevo mettere o togliere lo strato esterno. Io usavo delle giacche abbastanza leggere, perchécon lui addosso avevo sempre molto caldo - facevo certe sudate! -, e le lasciavo aperte sul davanti. So che alcuni marchi vendono dei piumini apposta, per portare sia davanti che sulla schiena, ma io avrei sofferto il caldo.


Quando al freddo si è aggiunto anche il vento, ho cucito una copertura anti-vento, con del tessuto cinzato sull'esterno e del pile all'interno. Delle coulisse regolavano il "sacco", il cappuccio riparava la testa (nel frattempo era cresciuto un po' e la sua testina iniziava a farsi vedere) e una sorta di sciarpa teneva in posizione la copertura scaldandomi il collo.

Questa è stata la nostra divisa inseparabile per tutto l'inverno, anche quando ho iniziato a portarlo sul fianco.

Aris detestava con tutte le sue forze l'auto, così abbiamo fatto lunghissime passeggiate anche in pieno inverno, anche sotto la pioggia; portavo i bimbi a scuola in auto, la lasciavo nel parcheggio e poi noi tornavamo a casa a piedi; lo stesso al pomeriggio per tornare a riprenderli. Di quei mesi ricordo di aver camminato tantissimo, con lui al caldo, ricordo il freddo sul viso e il calore sul petto.





















Portare d'inverno è stato... bellissimo, come anche nelle altre stagioni, ad essere onesti, ma d'inverno forse è ancora più intimo, più coinvolgente: si crea una specie di tana nascosta, sul proprio corpo, ci si infagotta, ci si ripara dalle raffiche di vento ed è come se si custodisse un preziosissimo segreto, perché da fuori nessuno vede quel che succede lì sotto tutti quegli strati tra fascia e copertine:
se il bimbo dorme, se è sveglio, se è attaccato al seno, se con le manine ti accarezza... se respira. Sì, certo che respira, ma questo lo chiedono quasi tutti!! :D


Altre riflessioni sul portare nelle diverse stagioni, da un bellissimo articolo di Veronica Toniutti , consulente anche lei presso la Scuola del Portare.

Per chi usa facebook, ecco i consigli della mia collega Ira Kurt Begovi.

mercoledì 24 dicembre 2014

BUON NATALE!

Confesso che l'idea non è mia, anche se mi sarebbe piaciuto: mi è stata suggerita da un'amica.
Ho chiesto ai bimbi di disegnare qualcosa a tema natalizio da appendere nell'ascensore condominiale; come da copione, ad una richiesta di disegno hanno storto il naso, così ho giocato l'asso nella manica: tempere e foglio grande.


Nemmeno l'albero realizzato con le manine è una mia idea e, lo so, è anche inflazionata ormai, ma mi occorreva qualcosa di rapido (mi riduco sempre all'ultimo secondo) e accattivante.
L'idea era che anche gli altri bimbi del condominio, vedendo il nostro disegno, ne facessero di loro e li appendessero accanto.

Non è andata così, ma abbiamo ricevuto TANTI AUGURI da molti condomini!


giovedì 16 ottobre 2014

Emozioni da doula

Qualche giorno fa una persona mi ha chiesto consigli e suggerimenti su come stare accanto ad un'amica durante il travaglio e parto.

Ne abbiamo parlato a lungo, mi ha fatto domande, alcune generiche e altre specifiche, mi ha parlato di loro due e della loro amicizia, dei suoi parti e delle aspettative della sua amica.
Poco tempo prima un'altra persona mi aveva chiesto una cosa simile, anche se per iscritto.

Così per due volte mi sono ritrovata a parlare di una parte del mio lavoro che da oltre due anni ho trascurato, avendo un piccolino a cui badare, giorno e notte.
Da quando è nato Aris infatti non sto più dando la mia disponibilità come doula di parto, anche se mi è capitato di accompagnare qualche mamma durante la gravidanza.


E' stata una cascata di emozioni, stare accanto a queste mamme che vogliono accompagnare le loro amiche. Mi manca molto quel silenzio sospeso, quella magia ovattata, quella pienezza, quella dedizione, quella totalità che si respira, che si vive mentre una donna si trasforma in Madre.

martedì 14 ottobre 2014

Incontri, haiku e flexagoni

Domenica 12 ottobre siamo stati ad un incontro, tenuto da Sybille Kramer e Silvia Geroldi, per parlare di Scuola Parentale e per creare con i bambini Haiku e Flexagoni.

 

Già tempo fa avevo scoperto, sempre tramite Sybille, dell'esistenza dei flexagoni ed ero andata subito a cercare di cosa si trattasse  (e inutile aggiungere che ne avevo immediatamente creato uno di prova, ma al momento non aveva entusiasmato i bimbi).






Il pomeriggio è iniziato con una breve presentazione da parte di Sybille di ciò che è l'Homeschooling e poi è proseguito con un laboratorio pratico, che ha molto divertito i bambini partecipanti. Io mi sono persa qualche pezzo, all'inseguimento del piccolo in giro per Open, ma poi sono riuscita a creare un flexagono tutto mio :)





martedì 9 settembre 2014

Tararì Tararera

Alcuni mesi fa sono stata all'incontro Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei che faceva parte di un progetto di UNICEF e Mammeacrobate sui diritti dei bambini; all'incontro hanno partecipato come relatori Patrizia Zerbi, di Carthusia Edizioni, Emanuela Bussolati, scrittrice per l’infanzia e la mia amica Maya Azzarà, mamma e architetto autrice del sito Case (anche) per bambini, di cui ho spesso raccontato.



Tra i vari libri che sono stati presentati, mi ha incuriosito "Tararì tararera", un libro in lingua Pirirpù, come recita il sottotitolo.

Ho deciso di acquistarlo e di proporlo ai bimbi; sulle prima, Maya, che è nel pieno della scoperta del piacere della lettura, è rimasta scettica, perchè apparentemente è un libro incomprensibile, non essendo scritto con parole di senso compiuto, ma non mi sono fatta scoraggiare e ho iniziato a leggerlo ad alta voce.

Alex ha subito raccolto, e si è fatto delle grassissime risate. Maya, sentendo ridere Alex, si è avvicinata e mi ha chiesto di rileggerlo; io ho sfoderato le mie migliori doti interpretative, e sono riuscita a trascinarla nelle avventure di Piripù Bibi e della sua famiglia, che casualmente è composta da cinque membri, proprio come la nostra.

I bimbi non ci hanno messo molto a intuire il senso di quelle strane parole che accompagnano le illustrazioni e hanno continuato a farsi sonore risate ad ogni rilettura!


lunedì 8 settembre 2014

Il tempo è denaro

Per sentirci ancora un po' in vacanza, abbiamo portato i bimbi in un famoso parco divertimenti.

Giornata calda e soleggiata, a dispetto delle previsioni del tempo non troppo incoraggianti, ci siamo goduti la gita, abbiamo consumato le scarpe avanti e indietro per il parco, ma siamo stati anche tanto tempo fermi. Fermi in coda per salire sulle varie attrazioni. Le previsioni non hanno scoraggiato solo noi, insomma.



Eravamo già stati avvisati da un'amica, ma abbiamo constatato di persona che in questi grandi parchi hanno aggiunto con gli anni oltre a nuove attrazioni, anche nuove "regole": pagando un extra, una sorta di pizzo legalizzato, anzi proprio incoraggiato da cortesi dipendenti del parco all'inizio di ogni fila, si può evitare l'attesa: si superano tutte le persone in coda e si sale direttamente in giostra.

Si sa che il tempo è denaro, anche se si è in un parco divertimenti, anche se si è in vacanza, anche se poi ci si lamenta che per fare una radiografia con la mutua si aspettano sei mesi e pagando due giorni.

Del resto è legale, mica si paga sottobanco e il guardiano ti fa passare sotto il cordolo mentre gli altri sono distratti. No, gli altri, quelli col naso all'insù a guardare il cartello a led che indica i tempi di attesa, vedono solo che quel numerino aumenta, perchè il furbone che paga passerà anche prima, ma agli altri che restano si allunga ancora di un po' l'attesa, già considerevole (le attrazioni più gettonate avevano tempi di attesa di 60-75 minuti).

Divertiti e amareggiati.

venerdì 5 settembre 2014

Giochi nella fontana (giocare come un bambino)

Durante una passeggiata lungo il canale del porto a Castiglione della Pescaia, abbiamo incrociato una strana coppia; non ho capito se fossero marito e moglie o padre e figlia, ma poco importa. Erano due "zingari", lui più anziano, lei più giovane, che andavano da qualche parte e nel frattempo chiedevano soldi ai passanti. Vestiti in modo decisamente eccentrico, era piuttosto difficile non notarli, anche perchè lei ad un certo punto si è messa a ballare canticchiando. Un po' ballava, un po' saltellava, come avrebbe fatto un bambino - come a volte  viene voglia di fare *a me*, che ho 39 anni e molte più inibizioni e condizionamenti.

Questo episodio mi ha fatto ricordare un pomeriggio di qualche mese fa, sarà stato fine maggio o l'inizio di giugno; le temperature erano diventate tutto di colpo estive - prima di sapere che l'estate "vera" sarebbe stata molto piovosa e fredda, almeno al Nord - e dopo la scuola ci eravamo organizzati con alcuni amici per andare a giocare nella fontana del paese. E' una di quelle bellissime fontane a terra, senza vasca.


I bimbi, in costume e infradito, hanno giocato a più non posso, e io - con la scusa che Aris aveva paura ad avvicinarsi da solo ai getti - mi sono rinfrescata con molto piacere.

Prima che ci raggiungessero gli amichetti, ci hanno fatto compagnia una coppia di adolescenti che tubava sotto l'acqua e un signore che vive qui in paese... alla giornata. Credo sia straniero, e forse con qualche genere di disabilità. Capita spesso di vederlo mendicare e qualche gestore degli esercizi commerciali in centro ogni tanto lo fa lavorare in cambio di soldi o qualcosa da mangiare.


E' stato uno spettacolo, stare a guardarlo: del tutto privo di modi perbene, di inibizioni, di imbarazzo, ha passato una mezz'ora buona a giocare. Sì, a giocare con l'acqua, con gli spruzzi, a toccarla, a deviarne la direzione, a creare ulteriori giochi tra i getti, a farsi passare l'acqua sotto la maglietta, dentro i pantaloni, come solo un bambino altrimenti potrebbe fare.

Secondo me ha capito che, almeno un po', l'ho invidiato.

martedì 2 settembre 2014

Ritorno con sorpresa!

Eccoci di nuovo qui, a casa.

Prima di partire per le vacanze, avevamo deciso di liberare gli insetti stecco che Maya aveva ricevuto in regalo per il suo ultimo compleanno; in parte perchè non ci sembrava il caso di portarli in giro per l'Italia in camper, in parte perchè mi sembrava fossero stati chiusi dentro una teca, per quanto carina, fin troppo a lungo.

Così, il pomeriggio prima della partenza, li abbiamo liberati tra dei rovi vicino alla nostra casa.
Avremmo dovuto restituire la teca a chi ce l'aveva prestata, ma abbiamo deciso di farlo al ritorno dalle vacanze, così l'abbiamo svuotata e lasciata in cucina. Poi siamo partiti.





Tornati a casa, stavamo chiacchierando in cucina, quando il papà ha sgranato gli occhi e si è avvicinato di colpo alla teca sul piano di marmo: c'era un minuscolo insettino stecchino!
avevamo letto in internet che le uova si confondono con le feci, e questa era una informazione preziosa per chi avesse voluto dedicarsi alla riproduzione in cattività di questi insetti, ma noi abbiamo sempre pulito la teca senza farci caso e invece... Un piccolo uovo deve essere sfuggito una volta ed ecco un nuovo insetto stecco.

Mi hanno fatto tenerezza i commenti dei bimbi, come "Un cucciolo!" oppure "Poverino, senza i suoi genitori" o ancora "Chissà la sua mamma e il suo papà, che hanno perso il loro cucciolo".
Siamo corsi a prendere nuovi rametti per il nostro nuovo ospite, che c'è da dire ha la pellaccia dura, per essere sopravvissuto al buio per tre settimane senza cibo (o forse era appena appena nato, non lo sapremo mai).



E' talmente piccolo che potrebbe benissimo passare dalle fessure della teca, così ogni giorno (anche più volte al giorno) c'è il controllo che sia sempre lì: non è facile trovarlo, perchè è davvero piccolo e si mimetizza con le spine dei rovi, ma per adesso è vivo e vegeto, mangia e attendiamo di vedere la prima muta, con cui dovrebbe accrescersi un po'.

lunedì 16 giugno 2014

Mandala dei fiori

Finite le scuole, finalmente ci siamo riappropriati del tempo per noi.

Giri in bicicletta, parco, biblioteca, giochi nella fontana e programmi per le vacanze di tutta la famiglia.

Questa mattina il parchetto era deserto, forse per le previsioni del tempo poco incoraggianti, e dopo un primo momento di noia i bimbi hanno iniziato a raccogliere degli strani frutti di una pianta.


Da lì sono passati ai "fiori da prato di città", che abbiamo osservato e confrontato e tanto per far passare il tempo abbiamo iniziato a disporli un po' così e un po' cosà, fino a che ci è venuto in mente di ricreare dei Mandala.


(lo scheletro - che ha perso la testa dalla gioia - è stato il tocco di classe di Alex)


(contributo di Maya)


(tutti insieme; il contributo di Aris è stato quello di permetterci di finire l'opera)

martedì 20 maggio 2014

Doula e Consulente del Portare

Sono molto felice di annunciare di essere diventata finalmente una Consulente certificata del Portare!
Dopo un lungo percorso, nello scorso fine settimana sono arrivata alla certificazione, portando come contributo un lavoro a cui tengo molto.


E' importante per me perchè racchiude quello che tutti i bambini del mondo dovrebbero poter sperimentare, ciò a cui tutti dovrebbero avere diritto, pur nelle varie sfumature e accezioni che ogni singola (e unica) famiglia sente nelle proprie corde.


E' importante perchè non parla con le parole, ma raggiunge il cuore con quell'immediatezza che è propria dei bimbi neonati e piccini. E così credo si possa anche lavorare con le mamme e con i papà che decidono di usare le fasce e altri supporti per entrare e stare in relazione con i loro bambini.
Certo le parole a volte occorrono, ma tanta parte va sentita di pancia. Per questo un nuovo libro tattile che ripercorre le principali esperienze sensoriali che vive un bambino quando viene al mondo.



Ho scelto questo percorso per venire incontro alle richieste di tante mamme che ho avuto il piacere di accompagnare come Doula, tante mamme che, vedendomi con Aris addosso, hanno iniziato a farmi domande e chiedere informazioni. Ho voluto approfondire la parte tecnica delle legature, per poter offrire una competenza a tutto tondo e che andasse al di là di quella che restava solo la mia esperienza personale, mia e del mio bambino.


Dietro al portare c'è tanto: tanta teoria, tanta fisiologia, tanta tecnica, tanta "ripulitura" di ogni più piccolo gesto, tanto studio sulla sicurezza e tanta attenzione all'aspetto relazionale; questo è ciò che mi ha positivamente colpito della Scuola del Portare e che me l'ha fatta scegliere.
Mi piace che il percorso per una mamma possa partire già dal pancione, mi piace l'idea che la stessa fascia con cui trova sollievo al peso del suo bimbo in grembo diventi poi la fascia che avvolgerà il bimbo appena nato, in un gesto carico di emozioni e profumi reciproci che diventa continuo, come continua è la storia di una coppia mamma-bimbo tra la gravidanza e il dopo parto.
Mi piace la ricerca e l'analisi del bisogno di ogni singola coppia (e famiglia), per non perdere mai di vista l'unicità di ognuno di noi.
Mi piace l'idea molto sentita dalla Scuola del Portare di creare network tra le mamme, mi piace la plasticità di una fascia di tessuto, che si combina alla plasticità di una Doula e di una Consulente del Portare.

Sul Portare è stato scritto davvero già tanto (sui benefici, sul significato, sul come fare e come non fare); magari un giorno darò anche io il mio piccolo contributo personale, ma per adesso voglio godermi queste emozioni così come sono qui, dentro di me e il mio morbido libricino.

giovedì 1 maggio 2014

Regalo di compleanno... insolito!

Qualche settimana fa la mia bimba che ha compiuto sette anni! 

Quest'anno, tra i vari regali più classici (giochi e vestiti), ha ricevuto da parte della nonna anche una bella teca in vetro e legno bianco, con dentro dei rametti di rovo e... due ospiti molto timidi: non è stato facile individuarli!

Chi indovina?



Sono due insetto stecco.

I bimbi sono stati entusiasti, li hanno osservati un sacco, toccati, studiati. Abbiamo pensato di chiedere alla maestra di scienze se Maya può portarli a scuola, un giorno; nel frattempo abbiamo raccolto un po' di idee e informazioni, unendo l'osservazione e i commenti spontanei dei bambini a qualche dettaglio più scientifico:

gli insetti stecco vengono chiamati dai biologi (gli scienziati che studiano gli esseri viventi - gli animali, le piante) Fasmoidei. Questo nome viene dal greco Phasma, che significa fantasma, perché sono insetti mimetici, cioè si confondono con l'ambiente e quindi non si vedono, come i fantasmi!!

Sono lunghi e sottili sottili, come dei rametti e infatti vivono nascosti tra i rami degli arbusti, di cui mangiano le foglie. 
Come tutti gli insetti hanno sei zampe, anche queste lunghe e sottili.

Le femmine sono molto più lunghe dei maschi e depongono le uova, da cui nascono le larve, simili agli insetti adulti.

martedì 29 aprile 2014

Sfida a colpi di poesia!

Questo è per me un periodo molto denso, di famiglia, di lavoro, di progetti (sto per concludere la mia formazione con la Scuola del Portare), e sto trascurando il blog. La primavera poi mi porta a stare spesso fuori casa, e insomma il tempo per scrivere e organizzare le idee è sempre meno, ma mi è stata lanciata una sfida... Come avrei potuto non raccoglierla?



Così, rieccomi qui, grazie alla mia dolce amica Lunamonda, che fa poesia anche quando non fa poesia, e le sue discepole non sono certo da meno. Se aprirete il link, scoprirete perchè e chi sono ;-)

E anche grazie a Libere Lettere, che in contemporanea ha fatto lo stesso, regalando a tutti l'allegria che si può racchiudere nei versi di una poesia che invita alla poesia. Che poi, i bambini lo sanno da sempre, tra filastrocche e indovinelli in rima, che le parole sono magiche.

La poesia che scelgo - non sono originale, lo so - è San Martino:

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini     
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

G. Carducci

San Martino perchè non ricordo nemmeno quando l'ho imparata a memoria, ma è sempre rimasta lì, dentro di me, da quel giorno. Perchè profuma di mare, di qualcosa di appiccicoso, perchè è un po' malinconica, ma come certe canzoni, il cui contenuto è nostalgico, e però hanno una musica che ti scalda, così il ritmo, la musicalità, il modo in cui le strofe mi cullano, mi fa sentire più coccolata che immalinconita. Perchè sono astemia, non mangio carne e aborro i cacciatori di oggi, però quel vino e quello spiedo li sento miei, da qualche parte. Forse semplicemente per i loro suoni. Perchè quando i bimbi sono stati piccini e in auto piangevano, per farli smettere o cantavo le vocali o recitavo San Martino. Così secondo me ce l'hanno dentro un po' anche loro (non piangevano a causa di come io interpretavo la poesia, eh, sia chiaro!!).

Sono andata a rileggermi certe parafrasi e analisi. Ma sì, son cose che vanno bene quando sei studente e ti aspetta poi il compito in classe; ma le poesie o arrivano o non arrivano, c'è poco da girarci intorno.

Io invito:
Coccobello
Latte e champagne

Qui origina il tutto, da Milkbook, dove trovate anche le regole, che come al solito io non rispetto per intero...



mercoledì 19 marzo 2014

Ancora Busy book


In questo periodo è proseguita la produzione di nuovi libricini tattili per piccolini.


Le idee sono tante, cerco di inserire sempre qualche elemento unico; il web è sicuramente una fonte di ispirazione, ma ogni pagina è pensata e realizzata con cura e amore, immaginando le piccole mani che li afferreranno, stropicceranno, toccheranno, giocheranno.
















Auguro a tutti i bimbi che riceveranno uno dei miei libretti di provare lo stesso entusiasmo che ho provato io nel progettarli e cucirli: è anche grazie a loro che resto sempre un po' bambina!



Per vedere gli altri libricini tattili che ho realizzato, ecco i link:

Coccole per ogni età (perchè produco libri tattili non solo per bambini!!)
Busy book #2
Il primo libro di Aris






lunedì 10 febbraio 2014

Ti avvolgo di colore

Ti avvolgo di colore, mio piccolo Aris, perchè mi piace tenerti addosso, mi piace annusarti, mi piace sentire le tue manine contro la mia pelle, mi piace che ti piaccia.

Ho iniziato a portarti quando c'era la piccola Maya, che aveva solo un marsupio e un pareo che facevo su in un modo tutto sbagliato, ma chi lo sapeva che poi internet sarebbe diventato un'enciclopedia; ho iniziato a portarti col piccolo Alex, che aveva una micasling orrenda e scomoda; ho iniziato a portarti nel pancione, che aveva un pareo (sempre lo stesso) a sostenerlo avanti e indietro dalla spiaggia prima che tu nascessi. E poi sei nato, ti ho portato in braccio e ho portato la tua placenta in una borsa, fino al giorno in cui il tuo cordone si è staccato e tu sei entrato in fascia, e l'osteopata mi diceva: "Questo bimbo non ha ancora capito di essere nato".



Adesso lo sai bene, di essere nato, di essere tu, anche se ogni tanto di notte sono convinta che te ne dimentichi e pensi ancora di essere là dove non esiste il tempo. Adesso ti porto con fasce di mille colori.


Proseguono intanto i miei tentativi di rendere più chiaro lo scorrere del tempo per il cinquenne:




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