giovedì 7 novembre 2013

Una scuola che ascolta i bisogni dei bambini

"Dopo molti anni passati a ripetere che i giochi da casa non si portano, e verificato che i bambini continuano a portarli, anche di nascosto dai genitori, ci siamo domandate: ma se continuano a farlo, evidentemente è perchè per loro è importante questo 'trasporto' (non è anche questo un legame?) di oggetti da casa a scuola, allora perchè impedirlo?"

Questo è uno dei punti della lettera che le insegnanti della Scuola Materna di mio figlio hanno consegnato a noi genitori in occasione della prima riunione dell'anno scolastico.

Che cosa aggiungere?  Trovo che sia un discorso che fila proprio liscio.



La mia prima bimba ha sempre avuto difficoltà al momento della separazione, e uno dei consigli più utili che ai tempi del nido mi aveva dato la psicopedagogista che segue le famiglie della struttura era stato proprio quello di scegliere un oggetto (che poteva essere un pupazzo, una foto, qualsiasi cosa) e caricarlo di significato, insieme alla mia bimba: usarlo, tenerlo spesso con noi, passarlo a lei e dopo un po' riprenderlo e viceversa, fino a farlo diventare "nostro" (un oggetto transizionale costruito ad hoc, visto che lei spontaneamente non ne aveva adottato uno). Quell'oggetto l'avrebbe poi accompagnata al nido, e aiutata al distacco da me e nelle ore di separazione che ci attendevano ogni giorno.

Nel caso di mia figlia è stato creato questo primo oggetto da me, e poi col passare del tempo lei stessa ne ha usati altri, scelti da lei, ma ho visto moltissimi altri bimbi che portavano i loro piccoli e grandi tesori in saletta. Quando abbiamo fatto il nostro ingresso alla materna (presso un'altra struttura), c'è stata esplicita richiesta di non portare giocattoli o altro da casa. In effetti mi sono sempre chiesta come mai al nido il fatto di portare giochini, libri, peluche da casa non solo non fosse ostacolato, ma addirittura consigliato dalle educatrici e poi, di colpo, alla materna fosse vietato.

Basta un'estate tra il nido e la materna a cambiare così tanto i bambini, a renderli così tanto autonomi, così tanto indipendenti? Oltre alla fatica di intraprendere un nuovo percorso, con cambio di amichetti, di maestre, di ambiente, di abitudini, ecc, è proprio necessario chiedere ai bambini anche lo sforzo di non portare con sè un oggetto caro, un legame simbolico con la casa, la mamma, il papà, la famiglia? No, e infatti alcune maestre evidentemente ci hanno riflettuto su e hanno avuto il "coraggio" e l'apertura mentale per cambiare idea, per rivedere le proprie posizioni (e per accettare di gestire anche questa piccola faccenda in più... Nella nostra scuola è bastato proprio poco, delle piccole caselline in uno scaffale all'interno della classe in cui ogni bimbo può riporre il proprio oggetto quando non gli serve più e riprenderlo tutte le volte che lo desidera).

E' questa la scuola che mi piace, una scuola che presta ascolto alle esigenze dei piccoli, che mostra attenzione verso i loro sentimenti, le loro paure e le maniere spontanee dei bimbi di risolvere certe situazioni critiche come il distacco dai genitori. E ho apprezzato che le maestre abbiano deciso di rendere i genitori partecipi del percorso che le ha portate a fare determinate scelte e a cambiare anche idea, se necessario, con estrema semplicità.

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