mercoledì 30 ottobre 2013

Dare tutto per scontato

Qualche sera fa c'era una magnifica luna piena, di quelle luminose, enormi e un po' magiche. Di quelle che mi spingono a voler dormire con le velux aperte per vedere quello spettacolo, quella luce argentata che illumina quasi a giorno il nostro lettone sovraffollato (e che fanno brontolare mio marito, perchè poi, all'alba, la luce del giorno lo sveglia implacabile).


Ero a spasso coi bambini, e la luna era così speciale che ho chiesto loro di fermarsi per fotografarla. Ma i miei potenti mezzi (un cellulare molto poco tecnologico) hanno prodotto una foto senza senso. Ho commentato rivolta ai bambini che avrei anche potuto cancellare la foto, tanto non rendeva neanche lontanamente la bellezza del cielo, perchè la luna era venuta troppo piccola. Alex ha detto:"Dobbiamo avvicinarci di più".

Eh già. Per un bambino avvicinarsi a qualcosa ha un preciso significato, non importa se quel qualcosa è la luna.

La sua risposta mi ha fatto venire in mente - per quei tortuosi sentieri che segue la mente in una frazione di secondo - un paragrafo di un libro che sto leggendo, The Element, che invita a mettere in discussione tutto ciò che siamo abituati a dare per scontato sulle nostre capacità.



Viene fatto un esempio molto azzeccato e sorprendente: quanti sono i sensi? Per riassumere, diciamo cinque più a volte quella che si chiama intuizione o sesto senso, che però è difficile da definire e da misurare o indagare scientificamente. In realtà siamo così abituati a pensare a tatto, gusto, olfatto, udito, vista e basta, che quasi nessuno pensa all'equilibrio, alla termocezione (siamo capaci di sentire se fa freddo o caldo), alla percezione del dolore e al senso cinestetico (la percezione dei nostri movimenti rispetto allo spazio, la propriocezione). Eppure sono sensi accertati e accettati come definizione da medici e psicologi.

Mi sono ritrovata a pensare che avere dei bambini aiuta parecchio a non dare niente per scontato, perchè loro non hanno ancora fatte proprie tutte quelle abitudini di pensiero, quel buonsenso, quelle espressioni comuni che spesso ci condizionano e ci limitano. Certo, non basta fare qualche passo in più per avvicinarsi alla luna, ma a volte le loro riflessioni e le loro idee così limpide e pure mi aiutano a ricordarmi che almeno ci devo provare (a non dare niente per scontato).

Questo si ricollega alla mia ritrovata creatività, a quella voglia di mettermi ad usare un seghetto per costruire qualcosa che potrei trovare su amazon, o quella fatica felice di progettare e realizzare un fasciatoio portatile quando esistono i telini usa&getta (che sono anche impermeabili, a differenza del mio). Mi è anche venuta voglia di rileggere Creatività e pensiero laterale, di E. De Bono, il cui sottotitolo è Manuale di pratica della fantasia.



Ma quand'è che si spegne questa fantasia? Come succede? Posso in qualche modo impedire o rallentare questo processo nei miei bambini?
Qui c'è un interessante spunto di riflessione, di Sir Ken Robinson, l'autore di The Element.

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